Wundkammer der Moderne


Una serie di poster, il mio contributo alla collettiva Darkkammer. Il titolo dell’opera è un gioco di parole: non Wunder-Kammer (gabinetto delle meraviglie) ma Wund-Kammer, gabinetto delle ferite. Le ferite ancora aperte della Modernità. Le Wunderkammer rappresentarono molto significativamente il momento di passaggio fra l’immaginario medioevale e la cultura della visibilità moderna. Possiamo associare all’idea di Wunderkammer l’ossessione collezionistica e classificatoria, la sistematica sovrascrittura delle narrazioni “altre”, l’ecumenismo politico, la globalizzazione, e così via. Voglio chiamarle ferite. “Ricostruire l’universo in una stanza”, una citazione che mi piace. Metto l’accento sull’idea spaziale: la WunderKammer è modello di un universo in uno spazio chiuso, una macchina culturale che organizza la nostra prigione psichica.


Darkkammer, Exma', Cagliari 22 gennaio - 22 febbraio 2015
A cura di Roberta Vanali e di Efisio Carbone

“Ricostruire l’universo in una stanza” (Lugli, 1983), era l’obiettivo delle Wunderkammer e delle Kunstkammer (camere delle meraviglie e gabinetti delle meraviglie) che nel XVI secolo prendono avvio grazie alle collezioni delle casate nobiliari e che possono essere considerate il primo passo verso l’istituzione dei musei. Tutto ciò che era inusuale nell’ambito del collezionismo dell’epoca, ovvero oggetti, piante e animali rari (naturalia) nonché parti provenienti da essi come piume, corna, zanne ma anche feti, animali e uomini deformi, gemme, pietre e strumentazioni scientifiche. Ne facevano parte anche scritti, dipinti, sculture e manufatti (artificialia) oltre ai famous hoaxes, ovvero falsi appositamente costruiti dall’uomo. Tutti questi reperti andavano a costituire i mirabilia, meraviglie talvolta raccapriccianti con l’obiettivo di ispirare curiosità e stupore.


Il progetto, a cura di Roberta Vanali e di Efisio Carbone, nasce con l’obiettivo di ricostruire una Wunderkammer contemporanea, caratterizzata dall’eterogeneità dei medium espressivi (pittura, scultura, fotografia, installazione, video, sound design, grafica, calcografia, performance) attraverso l’interpretazione di 40 artisti, con differenti background di appartenenza, selezionati tra il territorio sardo, il resto della penisola e oltre.

Artisti: Adriano Annino, Silvia Argiolas, Antonio Bardino, Leonardo Boscani, Matteo Campulla, Piercarlo Carella, Franco Casu, Loredana Catania, Vanni Cuoghi, Elisa Desortes, Jacopo Dimastrogiovanni, Roberto Falchi, Marina Faggioli, Elisabetta Falqui, Nicola Filia, Andrea Fiorino, Matteo Galvano, Andrea Galvani, Elisa Girelloni, Simone Loi, Monica Lugas, Makoto (Codice Bianco), Massimiliano Martino Degli Esposti, Dario Molinaro, Riccardo Muroni, Marcello Nocera, Andrea Nurcis, Giovanni Manunta Pastorello, Massimiliano Picconi, Gui Pondé, Francesca Randi, Laura Saddi, Fabio Saiu, Giuliano Sale, Valentina Sani, Matteo Sanna, Josephine Sassu, Chiara Seghene, Daniele Serra, Manuela Toselli.